Il Leviatano ha sempre fame
Il nemico più insidioso è l’inflazione
L’aumento dei prezzi è una percezione dovuta al fatto che le entrate delle famiglie non seguono questo meccanismo.
Come consumatori, spendere di più per comprare gli stessi beni di prima, rappresenta il più grande pericolo per la nostra tenuta economica.
Parlo di quella privata perché per le casse pubbliche (sempre che esistano, io ne ho grandissimo dubbio), invece è un grandissimo affare.
Ci sono due modi sostanziali per aumentare la parte “ricavi” da parte di chi detiene la forza militare di esproprio di risorse chiamata tassazione:
- Denominare o aumentare nuove tasse
- Prelevare attraverso il sistema inflattivo la quota disponibile per il risparmio delle famiglie
Ecco perchè politicamente è meglio (per loro) denominare in modo diverso un prelievo dalle casse private senza che queste riescano, a prima vista, ad identificare chi sta facendo questa operazione e cioè lo Stato o meglio i loro manovratori, un manipolo di incoscenti che ci stanno portando (e già ben avviato aggiungo) in un processo di declino economico e sociale.
Non esiste progresso sociale senza una florida economia provata.
Guardiamo Paesi come Cuba, l’ex.URSS la Corea del Nord e perfino la Cina che per salvare il suo ceto politico si è abbandonata al capitalismo mantenendo però il controllo della ricchezza sotto il tallone statale e per fare questo impone ai cittadini i metodi Staliniani di feroce controllo e concessioni di permessi per vivere una vita dignitosa con un sistema a punti deciso da qualche parruccone che crede di essere Dio.
Questi Paesi sono tutti falliti dal punto di vista della crescita sociale in nome di una eguaglianza al ribasso e di estrema indigenza dell’essere umano.
Non è possibile dissentire, proporre vie diverse, insomma autodeterminarsi. L’individuo non esiste più in nome di una inesistente società collettiva. Ecco perché l’impoverimento della classe impiegatizia, di quella operaia e dei piccoli artigiani e dei piccoli imprenditori è fondamentale per perseguire questo orrendo disegno politico.
Quale strumento migliore in tempo di crisi della gestione degli Stati (che non possono creare ricchezza, vedi Alitalia o l’INPS o centinaia di altri esempi che vi voglio risparmiare) di una patrimoniale sui ceti più indifesi? e cioè i redditi cosiddetti fissi?
Una patrimoniale che è in questo momento di dimensioni enormi e si chiama inflazione.
Ma chi incassa quindi questo differenziale sui prezzi?
Vediamo assieme il funzionamento che di per se è fin troppo semplice anche se occulto:
Il surriscaldamento dei prezzi avviene sempre da una genesi che sono le materie prime. Quelle che all’origine non hanno subito alcun margine di profitto o costo perchè donate dalla natura.
Se riesco a surriscaldare (alzare) quei prezzi allora governo tutto il processo, ma per farlo visto che il costo della materia prima è zero ( non parlo di valore sia ben inteso ma di costo) allora devo renderla scarsa. La scarsità di un bene fa aumentare il prezzo perchè la domanda non viene soddisfatta.
Tutti i processi produttivi quindi partono dalla materia prima e dall’energia per trasformarla.
Chi controlla la produzione energetica in Italia? Non certamente il distributore dal nome fantasioso che vi porta la bolletta a casa ma da un monopolio mai abbandonato dallo Stato che si chiama Eni ed Enel in Italia ma negli altri Paesi Europei la situazione è simile se non identica.
Le false privatizzazioni degli anni 90 hanno vestito di privato ciò che ancora è pubblico.
Guardiamo nel sito di ENI cosa (loro ) dichiarano (copio ed incollo):
Azionisti di controllo
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha il controllo di fatto in Eni SpA in forza della partecipazione detenuta sia direttamente sia attraverso Cassa Depositi e Prestiti SpA (CDP SpA).
AZIONISTI DI CONTROLLO | ||
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(AGGIORNAMENTO AL 9 GIUGNO 2022) | ||
Azionista | Numero di azioni possedute | % sul totale delle azioni ordinarie |
Ministero dell’Economia e delle Finanze | 157.552.137 | 4,411 |
CDP S.p.A. | 936.179.478 | 26,213 |
Totale | 1.093.731.615 | 30,624 |
E’ fin troppo evidente quindi che in questo momento sia lo Stato (Ministero delle finanze) che sta incassando un ‘inflazione al 10,6% (dati ufficiali ISTAT) anche se il percepito è molto superiore e lo stesso Ministero delle Finanze a pagare i propri debitori al 3% (tasso sul debito pubblico).
La patrimoniale quindi è del 7% .
In questi anni molti mi chiedono come salvarsi dalla “patrimoniale”. Ecco come non ci hanno dato via di scampo.
In altri tempi i BOT rendevano il 18% ma l’inflazione era al 19%. Oggi il divario è impresionante.
Secondo dei semplici calcoli dal mio Studio effettuati se la situazione dovesse rimanere tale (non potrà), il debito pubblico italiano in 12 anni sarebbe azzerato a spese delle persone più indifese e deboli.
Capiamo quindi come il cambio di nome da tassa (con un “colpevole”) a inflazione (“colpa di Putin”) sia un racconto molto più facile da menzionare.
A me interessa ovviamente la soluzione finanziaria per i miei clienti non la battaglia politica di cui non sono in grado di influenzare, ma mi interessa anche che non ci prendano troppo in giro sulle questioni che ci riguardano come risparmiatori ed investitori.
Che fare?
Ci sono varie soluzioni tutte valide ma non adatte a tutti indistintamente.
Una moneta inflazionata (euro) può indebolirsi e quindi si può scegliere un’altra valuta di riferimento che ci difenda da questo declino.
- Il Franco Svizzero o il Dollaro oggi sembrano più attrezzate per questo obiettivo. Aprire un conto in una banca estera (ottemperando ovviamente agli obblighi fiscali vigenti) e chiedere un conto in valuta non-euro.
- Investire in azioni dei gestori energetici per beneficiare dei dividendi (non delle plus sul prezzo che sono aleatorie)
- Investire in titoli del debito pubblico legati all’inflazione (stando attenti alle trappole)
- Investire in ETF denominato in dollari o franchi
- Accumulare in oro fisico o in ETC (fondi rappresentativi dei lingotti)
La diversificazione e la pazienza sono le armi più potenti che abbiamo.
Soprattutto la seconda, la quale forse, è stata abusata dalla lunghezza di questo mio articolo e per questo ti ringrazio del tuo tempo.
Se vuoi prendere un appuntamento con me, ricordo il link della mia agenda.