Il Rating dei Titoli di Stato. Perchè è così importante.

Mag 16, 2023I costi della performance

 

L’errore più grossolano che si può commettere nella valutazione di un titolo è basarsi solo sul rendimento. Siamo tutti d’accordo che il fine ultimo dell’acquisto di qualsiasi attività finanziaria è guadagnare il più possibile ma solo questo parametro può essere molto fuorviante e può procurare dei dolori molto intensi in termini di delusione.

Il tasso di rendimento, in particolare dei titoli obbligazionari, è principalmente un indicatore di rischio. All’aumentare dei rendimenti si prospettano dei rischi crescenti.

Quali sono questi rischi?

In primo luogo l’incapacità di restituire il capitale alla fine del periodo di contratto o addirittura le cedole dovute. I casi più recenti sono l’Ucraina nel 1998, l’Argentina inizio anni 2000 e la Grecia di recente.

Questi Stati per finanziarsi hanno dovuto offrire tassi di rendimento troppo elevati per assorbire il rischio Paese e non sono stati in grado di ripagare il debito.

Come fare quindi per valutare autonomamente questi fattori?

Esiste un indicatore sintetico che si chiama RATING. Il Rating viene elaborato da molte agenzie di valutazione che dicono di essere indipendenti dalla politica e senza conflitto di interesse e noi vogliamo credere loro anche se in passato qualche distorsione si è manifestata come prima del crack di Lehman Brothers con rating AAA il giorno prima del fallimento.

Il dubbio di qualche manipolazione da parte delle agenzie rimane ma non abbiamo altri parametri sui quali basarci per la valutazione di un titolo (in questo caso) obbligazionario.

Diventare autonomi nella valutazione è una sfida davvero grande ed importante.

Iniziamo con analizzare lo Stato dell’arte.

Quali sono le classificazioni dei rating delle varie agenzie?

Al di là delle varie gradazioni di merito, esiste una linea “maginot” che deve essere tenuta in grande considerazione.

La linea è il confine tra  INVESTMENT GRADE e JUNK BOND cioè tra la macro categoria dei titoli investibili anche dagli istituzionali e quelli che invece per legge non sono consentiti se non per parti ridicole dei portafogli.

L’ultimo gradino prima di passare nella categoria JUNK è il rating BBB-, un gradino oltre al quale si aprono scenari molto preoccupanti.

Questa tabella chiarisce molto bene a che livello sono i rating degli Stati Sovrani.

Il debito Italiano è sulla soglia del BBB mentre per esempio la Germania ha un rating AAA.

La Spagna ha un merito più elevato con A singola.

le varie agenzie usano criteri diversi per giungere poi allo stesso risultato.

Se vogliamo quindi diversificare il rischio senza rinunciare troppo al rendimento il Regno di Spagna potrebbe essere una valida alternativa al BTP italiano in un contesto di diversificazione del portafoglio.

La nostra impressione è che per quanto possano annunciare dei down grade del debito italiano, quest’ultimo è così grande ed in mano alla BCE che non è interesse di nessuno effettuare questa operazione perchè metterebbe in serio pericolo perfino l’Unione Europea come la conosciamo oggi.

Certo che il governo Italiano, qualunque esso sia, deve tagliare costi inutili (e sono tantissimi) per essere in equilibrio e sembra che questo con molti sforzi stia avvenendo con la discessa dello stock di debito sotrico in diminuzione.

Questa è una buona notizia.

ETF obbligazionari sul debito in Euro sono già attrezzati su questo fronte offrendo un’ampia diversificazione come anche in altre aree economiche come Dollaro e Brics.

Costruirsi un portafoglio obbligazionario personalizzato però non è impossibile.

Certo dobbiamo stare attenti ad alcuni fattori ed accorgimenti.

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