I titoli a tasso fisso, come già detto, sono molto sensibili all’andamento dei tassi di interesse futuri perchè non possono adeguare la cedola al loro interno.
Il tasso fisso impedisce proprio questo tipo di adeguamento.
Quindi hanno un rischio intrinseco che come detto è misurato dalla DURATION MODIFICATA che ne stabilisce l’ampiezza di oscillazione.
Un altro indicatore di rischio, oltre a quello del tasso di riferimento sul mercato, esiste anche quello EMITTENTE cioè la capacità del debitore di restituire i capitali e gli interessi del titolo.
Ne esistono più di uno, per esempio il RATING cioè un giudizio di agenzie cosiddette indipendenti sulla qualità e la capacità di rimborso.
Uno dei più tenuti in considerazione è anche lo SPREAD con il BUND Tedesco.
In generale fino al 2008, SPREAD era un termine che tutti già conoscevamo per la sua naturale espressione in italiano e cioè DIFFERENZA. Da un certo momento in avanti, grazie ai media, questa parola è diventata un mantra negativo.
“Se lo Spread sale ancora sono seri problemi per l’economia italiana”… Mah…direte voi.
Mah lo dico anche io.
Certo che il differenziale di tassi (nel caso specifico 10 anni) tra il titolo italiano a tasso fisso (BTP) e il titolo a tasso fisso Tedesco (BUND) è un indicatore di solvibilità di A rispetto a B ma non vuol dire nulla in termini assoluti se non solo in termini relativi.
Infatti lo spread misura la differenza non la quantità di “tasso” a debito. Sembra quisquiglie ma non lo sono se vogliamo non farci prendere dal panico come a volte i media tentano di fare.
Perchè proprio la Germania? Perchè è considerato (ancora per ora) il Paese con una solidità maggiore nell’area Euro Valuta e quindi è usata come una sorta di benchmark.
Quindi lo Spread se scende significa maggiore solidità dell’ Italia? Si vero ma esiste anche un altro scenario…. che la Germania peggiori i suoi rapporti economici e quindi come in una bilancia se sale A scende B e via dicendo.
Il paradosso è che in un ipotetico universo parallelo potremmo avere uno Spread a zero perchè la Germania va così male, quanto l’Italia per esempio, e non sarebbe quindi per niente una buona notizia.
Attenzione quindi a selezionare le informazioni da valutare e invito a comprendere sempre i meccanismi sia tecnici che comunicativi.
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